I MOVIMENTI MIGRATORI E L'ITALIA
L'EMIGRAZIONE ITALIANA E I FLUSSI DI IMMIGRATI
Quali movimenti migratori hanno interessato e interessano l'Italia?
L'Italia è stata interessata, ed è tutt'ora interessata da vari movimenti migratori:
- l'emigrazione italiana all'estero;
- le migrazioni interne;
- gli attuali afflussi di immigrati.
In che anni si è concentrato il fenomeno dell'emigrazione degli italiani all'estero?
Il fenomeno dell'emigrazione degli italiani all'estero si è concentrato soprattutto tra gli ultimi decenni dell'ottocento e i primi del novecento. In questo lasso di tempo, circa 18 milioni di italiani sono partiti per cercare fortuna all'estero, soprattutto negli Stati Uniti, in Canada, in Argentina, in Brasile e in Australia.
Il fenomeno ha toccato il culmine tra il 1901 e il 1915.
Tuttavia i flussi migratori in uscita dall'Italia non sono mai cessati completamente. Negli anni più recenti circa 50.000 italiani l'anno lasciano il nostro paese.
Come è cambiata l'emigrazione degli italiani all'estero dopo la seconda guerra mondiale?
Cosa ha spinto gli italiani ad andare all'estero?
Gli italiani che sono andati a vivere all'estero sono stati spinti dalla ricerca di un lavoro e di migliori condizioni di vita.
Gli italiani emigrati sono rimpatriati?
Alcuni degli italiani emigrati, dopo anni di lavoro all'estero, sono tornati nella loro terra. Altri si sono integrati, spesso con molta fatica, nei paesi che li hanno accolti e sono rimasti a vivere lì dove sono nati i loro figli e i loro nipoti.
Queste comunità di italiani all'estero, spesso, conservano uno stretto legame con il proprio paese di origine, con la loro lingua e la loro cultura.
Esiste anche una emigrazione giornaliera?
Esiste anche quella che potremmo definire una emigrazione giornaliera. Si tratta dei cosiddetti frontalieri, cioè persone che vivono nelle vicinanza del confine tra l'Italia e un altro Stato dove, ogni giorno, si recano per andare a lavorare.
Quando si sono verificate le migrazioni interne?
Le migrazioni interne si sono verificate, in Italia, a partire dagli anni '50.
Esse hanno interessato soprattutto le popolazioni che vivevano nelle zone più povere che si sono dirette verso le aree più industrializzate dell'Italia alla ricerca di lavoro.
Quali sono state le principali correnti migratorie interne?
Le correnti migratorie interne sono state principalmente quattro:
- dal Sud al Nord. La crescita demografica del mezzogiorno non è stata accompagnata da un aumento delle occasioni di lavoro. Le regioni meridionali, più povere ed arretrate non sono state in grado di occupare le nuove leve. Questo ha portata molta gente a cercare un impiego nelle aree settentrionali più industrializzate e capaci di assorbire manodopera. Questo flusso migratorio era diretto soprattutto verso la Lombardia, il Piemonte e la Liguria;
- dalle montagne verso le pianure. La difficoltà di introdurre tecniche agricole più moderne in queste zone aspre, ha reso difficile un aumento della produzione e ha determinato l'esodo verso le zone pianeggianti più adatte allo svolgimento delle attività agricole;
- dalle regioni interne verso la costa, come conseguenza della bonifica delle zone costiere, della costruzione di vie di comunicazione, dello sviluppo del turismo balneare e della localizzazione di talune industrie in prossimità dei porti per avere un facile rifornimento di materie prime via mare;
- dalle campagna alle zone industriali. L'agricoltura, divenuta sempre più meccanizzata, ha iniziato ad assorbire sempre meno manodopera. Così, molti contadini, rimasti sena lavoro, hanno lasciato le campagne cercando nuovi impieghi nell'industria e nei servizi.
Quali fenomeni sono stati determinati dalle migrazioni interne?
Le migrazioni interne hanno portato a lasciare le montagne, le colline e le zone di campagna per dirigersi verso le città.
Come conseguenza si è avuto lo spopolamento delle prime e una crescita della densità della popolazione lungo le coste e, in modo ancora più evidente, nelle città determinando un aumento consistente della popolazione urbana.
Quando, l'Italia, ha iniziato ad essere un paese di immigrazione?
A partire dagli anni '80, l'Italia ha iniziato a diventare un paese di immigrazione.
Il fenomeno è in costante crescita e un numero sempre più elevato di persone provenienti da varie parti del mondo, giunge nel nostro paese soprattutto attraverso le coste.
Molti di loro sono profughi, cioè persone che hanno abbandonato il loro paese a causa delle guerre, delle persecuzioni, di carestie o altre calamità. Altri arrivano semplicemente nella speranza di poter trovare qui migliori condizioni di vita.
Tanti sono gli extracomunitari, cioè coloro che arrivano da paesi al di fuori dell'Unione Europea, come il Nord Africa, il Sud America e il Sud Est asiatico.
Quanti sono gli stranieri presenti in Italia attualmente?
Alla fine del 2016 gli stranieri presenti in Italia erano oltre 5 mila. Essi rappresentano l'8,3% della popolazione residente.
La metà di loro sono europei: soprattutto rumeni ed albanesi.
Qual è la principale conseguenza di tale afflusso di stranieri nel nostro paese?
L'afflusso di stranieri nel nostro paese, sta rendendo la nostra società sempre più multi-etnica, con la necessità di far convivere persone di culture e tradizioni diversi.
Questa convivenza, però, non sempre risulta essere facile.
Oltre alle migrazioni vere e proprie vi sono anche spostamenti temporanei dovuti a cause di lavoro?
Oltre alle migrazioni vere e proprie, si hanno anche spostamenti temporanei dovuti a cause di lavoro.
Questo può accadere, ad esempio, per la manodopera che lavora in attività stagionali, come quelle turistiche o alcune industrie alimentari la cui attività è legata alla raccolta di un determinato prodotto agricolo.
Vi sono poi i pendolari che affrontano viaggi, anche di alcune ore, ogni mattina e ogni sera per raggiungere il posto di lavoro.
In passato vi erano anche spostamenti legati all'alpeggio e alla transumanza, oggi quasi completamente scomparsi.